Dalla lettera inviata nel 1855 dal Capo Sealth della tribù pellerossa Duwanisch al Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce a Washington. "Il Grande Capo Bianco ci manda a dire da Washington che desidera acquistare la nostra terra. Come si possono comprare o vendere il cielo e il calore della terra? Lidea ci sembra strana, noi non siamo padroni della freschezza dellaria e dello zampillare dellacqua; come si può chiedere di comprarli da noi ? Per la mia gente qualsiasi componente di questa terra e sacro. Qualsiasi ago splendente di pino, qualsiasi sponda sabbiosa, qualsiasi nebbia nelloscurità dei boschi, qualsiasi radura erbosa, qualsiasi insetto ronzante, è santo nella memoria del mio popolo". "Sappiamo che luomo bianco non comprende il nostro sistema di vita. Per lui un pezzo di terreno e lo stesso di un altro, la terra è sua nemica, non sua sorella, e quando egli lha conquistata, continua per la sua strada. Egli abbandona la tomba di suo padre e dimentica il diritto di nascita dei suoi figli." "Non vi è alcun posto tranquillo nelle città delluomo bianco, nessun luogo ove si possano ascoltare lo stornire delle fronde in primavera o il ronzare delle ali degli insetti. Ma forse è perché io sono un selvaggio e non comprendo, mi sembra che il frastuono delle città offenda le orecchie. Quanto vale la vita se un uomo non può udire di notte il grido del succiacapre o il gracidare delle rane in uno stagno?" "Quando i bisonti saranno stati tutti sterminati, i cavalli selvaggi tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi dallodore di molti uomini, e la vista delle colline sarà oscurata dai fili che parlano, allora luomo si chiederà: dove sono gli alberi e cespugli? Scomparsi! Dovè laquila? Scomparsa! E cosa significa dire addio al rondone e alla caccia, se non la fine della vita e linizio della sopravvivenza?"
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