La minestra col sasso
traduzione di Giancarlo Orrù (che la considera una metafora dell'Open Source) dalla documentazione di Fractint.
Tanto tempo fa, da qualche parte nell'europa dell'est, c'era
la carestia. La gente accumulava gelosamente qualunque cibo trovasse, nascondendolo
persino
ai loro amici e vicini.
Un giorno un venditore anbulante porto' il suo carro dentro un villaggio, vendette un po'
delle sue cose e cominciò a fare domande come se stesse pensando di trascorrere li la
notte.
"Non c'e' niente da mangiare nell'intera provincia," gli venne detto. "E'
meglio se vai via"
"Ma io ho tutto cio' che mi serve", disse. "Stavo giusto pensando di
preparare un po' di zuppa di pietra da dividere con voi".
Tirò fuori una grossa pentola di metallo dal carro, la
riempi' d'acqua e accese un fuoco sotto di essa. Poi, con fare cerimonioso, tolse da una
borsa di velluto quella che sembrava essere una banalissima pietra e la lascio' cadere
nell'acqua.
Fino a questo momento molto degli abitanti del villaggio, sentendo rumore di cibo, erano
venuti nella piazza oppure guardavano dalle loro finestre.
Quando il venditore nell'attesa annuso' il "brodo" e si lecco' le labbra, la
fame comincio' a superare lo scetticismo.
"Ahh" disse piuttosto forte il venditore, " Ho fatto proprio una zuppa di
pietra saporita, Certo, la zuppa di pietra con il CAVOLO -- e' un'altra cosa."
Immediatamente uno degli abitanti del villaggio si avvicino' esitante, portando un cavolo,
che aveva tolto dal suo posto segreto, e lo aggiunse alla zuppa.
"Eccellente!" grido' il venditore.
"Certo tu lo sai, che qualche volta ho preparato la zuppa di pietra con il cavolo un
po' di carne salata ed era adatta anche per un re!"
Il macellaio si diede da fare per trovare un po di carne salata... e allo stesso modo
arrivarono patate, cipolle, carote, funghi e quant'altro, finche' fu preparato un pasto
davvero delizioso.
Gli abitanti del villaggio offrirono al venditore una grande quantità di denaro in cambio
della pietra magica, ma egli rifiuto' di vendergliela e parti' il giorno dopo. E da
allora, molto tempo dopo che fini' il periodo di carestia, si continua a parlare
dell'ottima zuppa che avrebbero sempre potuto avere.